martedì 16 marzo 2010
Kathryn Bigelow
Quello che mi piace vedere nei film di uno stesso regista sono gli elementi ricorrenti, fili conduttori adattati alle diverse storie raccontate.
Blue Steel, Point Break e the Hurt Locker sono tre film che parlano di personaggi che incontrano sulla loro strada persone o situazioni completamente differenti da loro e finiscono per rimanerne affascinati o invischiati tanto, come in The Hurt Locker, da non poterne fare più a meno oppure si può anche fare l'amore con l'assassino senza sapere che è proprio lui la persona alla quale si dà la caccia, come Jamie Lee Curtis in Blue Steel.
Così come il Keanu Reeves di Point Break non riesce a non provare amicizia e forse ammirazione per il surfista rapinatore Patrick Schwayze.
Kathryn Bigelow sotto l'apparenza dell'azione riesce a raccontarci quella zona grigia nella quale i ruoli di buono contro cattivo vengono messi in discussione rispetto alla classica narrazione nella quale i buoni non sono mai destinati ad avere punti in comune con i cattivi.
Buoni e cattivi in questi film forse non sono poi così differenti e l'unico modo per lo spettatore per distinguere gli uni dagli altri è una divisa o un ruolo assegnato.
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